
L’ITALIA NON È UN PAESE PER GIOVANI.
Viviamo in un contesto in cui il rinnovamento si predica, ma raramente si pratica: oggi chi pensa alla politica deve anche farla, e viceversa, chi fa politica deve anche pensarla. E mentre il Paese invecchia, i giovani sono messi all’angolo, ignorati da un governo che ci considera quasi un peso, non una risorsa.
Per un giovane del M5S, cosa significa essere progressisti?
I giovani sono a tutti gli effetti una classe sociale, anche se manca del tutto una coscienza di classe. E, per cambiare questo sistema che non ci rappresenta, consideriamo necessario lottare per dar voce a chi soffre, promuovendo una società differente in cui le persone siano realmente al centro dell’agenda politica ed economica. Esattamente l’opposto di quanto sta facendo il governo Meloni, la cui manovra tradisce i giovani abbandonandoli a un presente e un futuro di precarietà. Noi vogliamo ribaltare questa tendenza, lottando affinché le nuove generazioni abbiano l’opportunità di contribuire alle decisioni. L’Assemblea Costituente rappresenta il più grande richiamo all’agire politico per la comunità pentastellata, di cui facciamo orgogliosamente parte. E mentre i cittadini perdono fiducia e le istituzioni credibilità, mentre i nostri coetanei diserta- no le urne e scappano dall’Italia, sono proprio i giovani a dover costruire una nuova riflessione gene- razionale che tenti di lasciare il segno. Per questo motivo ci siamo impegnati a presentare le nostre proposte durante le varie fasi della Costituente. La Costituente ci aiuterà a individuare le risposte a tre semplici domande: chi siamo, cosa vogliamo e dove vogliamo andare. Dalle conclusioni emergerà la strada che noi giovani militanti del Network M5S dobbiamo essere in grado di intraprendere. Un partito che smette di avere posizioni radicali rischia di non essere credibile, ma, allo stesso modo, senza un programma rischia di rimanere nell’ astrazione.
L’equilibrio tra questi due elementi è ciò che permette all’azione politica di essere coerente ed efficace. Serve una nuova classe dirigente, giovane, innovativa e incorruttibile, che sia ribelle e non si intimorisca di fronte a chi con demagogia e populismo cerca di impedire il cambiamento usando slogan vecchi e tifando per le scissioni. Vittorio Giacopini ha scritto che l’uomo che si rivolta, che dice no, è anche capace di tracciare una “frontiera” e dire “si”. E se partissimo proprio da questa frase per cercare di rilanciare un modello virtuoso di politica che il M5S e la sua base rappresentano?
TANTE E TANTI GIOVANI DEL NETWORK M5S